Il giglio


I gigli sono presenti anche da noi. Fra le specie locali ci sono il giglio martagone e il giglio rosso. Ma il più conosciuto è senza ombra di dubbio il giglio di Sant'Antonio, o giglio bianco, caratteristico dell'area mediterranea orientale. È una delle piante coltivate più antiche e la sua importanza è legata soprattutto ai significati che gli sono attribuiti in ambito religioso. Nel Cristianesimo, ad esempio, il giglio bianco è simbolo di castità e purezza.
Grazie all'intervento dell'essere umano, nel corso degli anni sono state create innumerevoli specie ibride che presentano molti vantaggi rispetto ai gigli selvatici, soprattutto in termini di vigore. Attualmente, le specie ibride registrate sono circa 10.000, divise in 8 gruppi: ci sono gli ibridi asiatici, gli ibridi del giglio martagone, gli ibridi a tromba e gli ibridi orientali, solo per citarne alcuni.
Volete coltivare gigli anche nel vostro giardino? Non c'è problema.
I gigli arricchiscono i giardini della magia della loro splendida fioritura e del loro profumo. Perché quindi non dovrebbero esserci nel vostro giardino? Al contrario, non possono mancare! Scegliete i gigli che preferite e piantateli nelle aiuole delle piante perenni. Assicuratevi di piantarli fra piante più basse di loro. Perché? I gigli amano un fondo ombreggiato! Ma anche se non avete un giardino, non dovete rinunciare alle loro belle fioriture. I gigli possono essere coltivati anche in vaso, sebbene in tal caso una buona concimazione sia essenziale. Programmate la messa a dimora dei gigli per l'autunno e nel frattempo date un'occhiata alle meravigliose specie ibride e agli stupendi gigli selvatici che si trovano in commercio.

Importante per la messa a dimora:
- Il periodo ottimale è settembre/ottobre (solo il giglio bianco, Lilium candidum, dovrebbe essere piantato in agosto).
- Piantate il bulbo in profondità, affinché il giglio sia stabile; le radici che gli danno stabilità, infatti, si diramano anche dalla parte di stelo che resta interrata.
- Profondità ideale: almeno tre volte la dimensione del bulbo, ad eccezione, nuovamente, del giglio bianco, il cui bulbo deve essere coperto solo da pochi centimetri di terra.
- Predisponete un fondo di drenaggio sotto al bulbo, perché i gigli non amano i terreni compatti e i ristagni d'acqua.
- I gigli hanno bisogno di nutrimento. Per i vostri gigli preferite un terriccio tipo terra preta, così che abbiano sufficienti nutrienti per una fioritura rigogliosa. Dato il loro elevato fabbisogno di nutrienti, una buona concimazione è importante, soprattutto in primavera. In autunno è opportuno concimare nuovamente con terra preta o con trucioli di corno e farina di roccia.
- Importante: non mettete sopra al bulbo compost non maturo o letame.
- Affinché il bulbo possa accumulare le energie per rifiorire, è opportuno rimuovere le capsule dei semi. Lo stelo, invece, è meglio non reciderlo fino a quando non sarà completamente secco.

I gigli sono soggetti a malattie fungine come il marciume grigio (Botrytis) e il fusario (marciume del bulbo). In condizioni metereologiche caldo-umide il fungo Botrytis cinerea attacca facilmente le parti del giglio fuori terra, causando la formazione di macchie marroni e – successivamente – la caduta dei germogli. È meglio quindi coltivare specie resistenti ed eseguire trattamenti con propoli ed estratto di ortica. Assicuratevi che il terreno sia ben drenato, in modo che non vi siano infestazioni fungine. La farina di roccia e la calciocianamide svolgono un'azione disinfestante dalle spore fungine. È inoltre importante non piantare i gigli troppo vicini uno all'altro ed evitare di affiancarli a piante soggette alla botrite, come i tulipani.

La criocera del giglio è un vorace coleottero rosso in grado di divorare l'intera pianta. Il nostro consiglio è raccogliere ed eliminare sistematicamente sia gli adulti che le larve. Ci sono vari modi per riprodurre i gigli, ad esempio tramite i cosiddetti bulbilli che si staccano dal bulbo principale, o utilizzando le squame esterne del bulbo, o con i bulbilli aerei che si formano lungo lo stelo o nell'ascella della foglia, o ancora per semina.

